La storia del remo veneziano

Una delle attività artigianali necessarie alla vita di Venezia fin dalle sue origini è quella del remèr: i costruttori di remi sono sempre stati indispensabili alla quotidianità di una città nata in mezzo all'acqua. Ben presto i remèri si sono riuniti in corporazione ufficialmente riconosciuta nel 1307.

La loro attività iniziava con la scelta del legname nei boschi alpini (Cansiglio) dove alcuni remèri di montagna sovrintendevano alla scelta dei faggi, al loro taglio ed all'esbosco. Gli enormi quarti (fino a 15-16 metri) di faggio arrivavano a Venezia caricati su zattere. I pezzi migliori e grandi andavano a rifornire la "Casa" dell'Arsenale dove i remèri de dentro producevano le centinaia di remi da galea necessari alla vita commerciale e militare della Serenisssima. I pezzi più piccoli andavano distribuiti alle decine di laboratori dei remèri de fora: diffusi in punti strategici in città rifornivano le migliaia di barche che solcavano i canali e le acque della laguna soddisfacendo ai più svariati bisogni di una delle più foltamente abitate città d'Europa.

Non sembra esserci una tipologia consolidata della bottega del remèr, ma si può pensare che spesso la sua attività, o parte di essa, si svolgesse all'aperto, in campielli prossimi all'acqua su cui affacciava l'officina.

Per ulteriori informazioni sulla storia dei remèri vedi il libro L'arte dei remèri della Cierre Edizioni.

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